Nel Decreto, così è descritta la Villa: «L’edificio si presente come un’enorme parallelepipedo con l’ingresso sorvegliato da quattro massicci pilastri, congiunti a due a due da tozzi archetti e sormontati da piccole statue. La facciata è austera, greve, classicheggiante. Nella parte centrale, ai lati del grande portale d’ingresso, tutto contornato da un rivestimento a bugne, poste su basamenti in pietra, presenta due telamoni che sorreggono il balcone del piano nobile. Al piano terra presenta otto semplici finestre munite di inferriate e al piano nobile, le finestre congiunte da un finto marcapiano sorretto da graziose mensole, hanno alternativamente timpani triangolari e curvilinei. Completa la parte centrale della facciata un timpano a gocce che si lega ad un cornicione esso stesso a gocce. Sopra il tetto si alzano da un breve attico, delimitato da una ringhiera in ferro, due torrette che contribuiscono ad aumentare la pesantezza dell’edificio. All’interno le numerose stanze che si aprono tanto a primo quanto al secondo piano, sono state completamente restaurate.»